Published 21/01/2020

"Volevo fare il marinaio poi sono diventato fotografo"
Così si descriveva Mario Dondero: il grande fotogiornalista nato a Milano da una famiglia di origini genovesi.

Indiscusso maestro del fotogiornalismo italiano, Mario Dondero (6 maggio 1928-13 dicembre 2015) inizia la propria carriera negli anni 50 collaborando con testate come Milano Sera, Le Ore, L’Unità.

Si sposta poi a Parigi da dove collabora con L’Espresso, Epoca, L’Europeo nonché noti giornali francesi come Le Monde.

A Parigi vive accanto a intellettuali e artisti in un contesto ricchissimo di stimoli culturali e politici.

Mosso da curiosità e impegno politico Dondero documentò l’Africa, in special modo l'Algeria nei giorni della guerra per l’indipendenza, ma anche il Marocco e la Guinea e l’Afganistan dove si concentrò sull’attività di Emergency.

"Il colore distrae. Fotografare una guerra a colori mi pare immorale."

Il mare è un tema ricorrente del suo lavoro con immagini di porti, navi, marinai e le loro famiglie.

A testimonianza di questo legame speciale con il mare e la sua gente ricordiamo che fu anche nominato Camallo Onorario della Compagnia unica dei portuali genovesi.

“Ma sono la passione, l’impegno civile e la curiosità che restano il grande motore. Diversamente, il fotogiornalismo è soltanto una sequenza di scatti senz’anima”

Dondero, testimone della storia.

Per lui la fotografia è testimonianza. I suoi scatti non sono mai sensazionalistici ma cercano di fermare la quotidianità, la genuinità delle emozioni, tentano di cogliere l’umanità racchiusa in ogni istante.

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