Published 21/12/2022
Giancarlo Costa proviene da una famiglia con un background marittimo e di appassionati di navigazione e immersione, non sorprende quindi che abbia viaggiato a lungo per mare, utilizzando quasi ogni tipo di attrezzatura disponibile, visitando posti come Polinesia, Groenlandia, Stati Uniti, Africa settentrionale e orientale, medio ed estremo oriente.
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Dal 1965 Costa è iscritto all'Albo dei Giornalisti e nello stesso anno si stabilisce a Milano, dove collabora con riviste di settore, specializzandosi in ricerche iconografiche per conto di giornali e case editrici. Bridgeman Images rappresenta il suo archivio fotografico, che comprende oltre 100.000 immagini.
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Giancarlo Costa è consulente subacqueo del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.
Collabora con il Museo della Marineria di Cesenatico e col Galata Museo del Mare di Genova con mostre e pubblicazioni.
Vive a Milano con la moglie Barbara e il gatto Oberon.
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La nostra Content Partner Liaison Francesca Gallo gli ha rivolto alcune domande:
Come è nata la sua passione per la fotografia e come si è sviluppata la sua carriera come fotografo?
Avevo 12 anni, mi regalarono la macchina fotografica che desideravo… cominciò tutto lì, ma c’era anche la scuola, l’Università che lasciai a soli quattro esami dalla laurea per seguire la mia passione.
Ci sono istituzioni con le quali ha avuto più piacere collaborare, o dei materiali che considera più intriganti dal punto di vista fotografico e storico?
Dopo alcune esperienze nel campo della moda e della pubblicità cominciai a viaggiare e a collaborare con riviste ed enciclopedie, negli anni cinquanta ce n’erano molte e le fotografie di viaggio erano molto richieste. Poi ebbi l’occasione di fotografare presso Musei e Biblioteche e mi specializzai in quel settore, erano I primi anni ’60. C’era molto da fare, si facevano molti libri. Non so quanto la gente li leggesse, ma li compravano…

Uno dei temi del suo archivio fotografico è quello della navigazione. Quali contenuti rappresentano al meglio questa tematica, e in che modo è legato al mondo della navigazione dal punto di vista personale e professionale?
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Le navi e il mare in genere sono sempre stati il mio grande interesse. Ho navigato in Mediterraneo, in Atlantico e nel Pacifico, ma i miei viaggi “terrestri” hanno toccato un po’ tutta l’Europa, la Groenlandia, l’Africa settentrionale e centrale, l’Estremo Oriente., la Polinesia e la Nuova Zelanda, tuttavia il mio archivio è soprattutto storico, fatto di pitture, oggetti, e stampe antiche.
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Nel suo archivio di immagini troviamo anche bellissimi reportage sulla musica antica e classica. Ci sono degli oggetti legati alla musica che trova più affascinanti e/o rari?
Ogni oggetto, nel suo genere, ha il proprio fascino, specialmente quando si ha a che fare con oggetti appartenuti a musicisti o personaggi famosi. Gli antichi manoscrittii miniati, dal medioevo in poi, hanno uno speciale fascino, ed è un privilegio poterli sfogliare, oggi è quasi impossibile a causa delle restrizioni per la conservazione
Un altro tema molto affascinante è quello degli zodiaci e le loro rappresentazioni nei manoscritti antichi. Può raccontarci di questo progetto? Ha un’immagine preferita tra queste?
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Pur non essendo un appassionato di quanto genericamente detto “occulto” gli zodiaci interessano molta gente. Per questo motivo li ho sempre fotografati singoli o in gruppo ogni volta che ne avevo l’occasione. Col tempo sono diventati parecchi. Io credo che l’immagine preferita per ognuno sia quella che meglio rappresenta il proprio segno zodiacale.
La sua professione e la tecnologia fotografica si sono molto evolute negli anni. Qual è secondo lei la sfida più grande per un fotografo al giorno d’oggi?
Beh, c’è stato un enorme cambiamento. Innanzitutto nel bene e nel male è finito il “bianco e nero”, Quanto al colore è possibile manipolarlo fino a cambiarlo completamente. Questo è utile quando si tratta di correggere un’immagine irripetibile, e in ogni caso è sempre possibile modificarla fino a renderla completamente diversa. Forse in questo caso non si può più parlare di fotografia in senso tradizionale, ma tutto cambia, e bisogna essere sempre pronti a seguire i cambiamenti senza tuttavia divenirne dipendenti, non è facile, ma è stato sempre così.
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