Published 17/12/2020
Bridgeman Images è onorata di rappresentare la Fondazione Alinari per la Fotografia
Abbiamo fatto qualche domanda a Giorgio van Straten, il Presidente di FAF per scoprire di più su questo meraviglioso progetto:
Cosa ci può raccontare della storia dell’Archivio Alinari, uno dei più antichi archivi fotografici al mondo?
La f.lli Alinari comincia la sua produzione a metà dell’800 e si occupa oltre all’attività più consueta degli studi fotografici del tempo che è quella dei paesaggi e dei ritratti, soprattutto di documentare il patrimonio artistico italiano, creando la base sulla quale per decenni hanno lavorato la gran parte degli studiosi a livello mondiale. Il patrimonio è cresciuto nel tempo per l’impegno dei proprietari che si sono succeduti, in particolare l’ultimo Claudio De Polo, fino ad arrivare a comprendere oltre 5.000.000 di pezzi (positivi, negativi, documenti, apparecchi fotografici, libri, ecc.)
Come nasce la Fondazione Alinari per la Fotografia e qual è la sua missione?
Nel 2019 gli Archivi Alinari sono stati acquistati dalla Regione Toscana che ha fatto un grande investimento economico al fine di salvaguardare l’integrità del patrimonio e renderlo maggiormente fruibile agli studiosi e alla comunità. Saggiamente si è ritenuto che l’attività di restauro, conservazione e valorizzazione di questo immenso archivio richiedesse una struttura dedicata a questo compito: FAF Toscana - fondazione Alinari per la fotografia nasce con questo unico scopo.
Che ruolo o responsabilità ritiene che debba assumere nel panorama culturale e sociale?
Come dicevo, un patrimonio che diviene pubblico deve porsi con maggior forza il problema di stabilire un rapporto con la comunità dove è collocato, ma anche con la realtà internazionale legata al mondo della fotografia.
Dunque da una parte la fondazione si pone l’obiettivo di diffondere la conoscenza di quanto negli Archivi è contenuto e di facilitare l’accesso di chi vuole studiarlo, ma dall’altra deve anche farne una fonte di reddito che sia finalizzata all’accrescimento delle varie attività della fondazione.
Potrebbe illustrarci il suo ruolo e raccontarci una sua giornata tipo in questa fase di sviluppo della Fondazione?
Se gli Archivi hanno una storia secolare, la fondazione è stata appena costituita, è una vera e propria start up e dunque va costruita dalle fondamenta. Il mio compito è dare l’avvio a questo processo sia nella sua concretezza quotidiana (perché dal 16 dicembre ci occupiamo anche della gestione del licensing) sia nella sua dimensione strategica: dove collocare l’archivio, dove individuare la sede del Museo che è uno degli obiettivi centrali per la fondazione, con quali partner pubblici e privati proseguire questo cammino. Quindi le giornate sono molto intense e spero che si arrivi rapidamente alla nomina di un direttore che possa affiancarmi in questo impegno.
Quali sono stati i ruoli precedenti alla presidenza della Fondazione Alinari?
Sono un signore di una certa età e l’elenco sarebbe molto lungo. Diciamo che per anni mi sono occupato della gestione di istituzioni musicali, poi sono stato presidente della società che a Roma si è occupata delle Scuderie del Quirinale e del Palazzo delle Esposizioni, successivamente ho fatto parte del CDA della RAI e negli ultimi anni sono stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a New York.
C’è un’immagine o un fotografo che predilige all’interno della collezione Alinari e perché?
Per me, come per molti fiorentini, Alinari è la memoria storica della città e quindi le immagini a cui sono più legato sono quelle che documentano il centro storico a cavallo del periodo di Firenze capitale.
Ma se dovessi scegliere un’immagine sola, allora prenderei il ritratto di Giuseppe Garibaldi del 1867.
Avete qualche progetto o mostra in programma per il futuro post COVID?
Si, molti, in realtà, ne cito due. Il primo è una mostra che parte dalla straordinaria collezione di foto uniche (cioè fatte prima dell’invenzione dei negativi) e di dagherrotipi in particolare, legata all’immagine della Toscana.
Il secondo è una mostra prodotta per il Ministero degli Esteri sull’Italia con 160 foto (non solo di Alinari) destinata a girare il mondo ma che vorremmo far partire dalla Toscana dove è stata concepita e realizzata.
Perché avete scelto Bridgeman come partner per il licensing delle vostre immagini?
Perché siamo un grande archivio e vogliamo che il nostro nome sia legato solo a partner che abbiano nel proprio settore la stessa importanza e la stessa credibilità.
Se potesse avere un superpotere, quale vorrebbe?
Vorrei avere il potere di volare
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