Published 07/01/2021
Il 5 marzo 2022 marcherà il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini. Ripercorriamo i momenti essenziali della vita dello scrittore attraverso il nostro archivio e gli scatti di importanti fotografi del Novecento italiano.
Pier Paolo Pasolini nasce nel 1922 a Bologna dove, dopo aver trascorso la prima infanzia in a Casarsa in Friuli, prosegue gli studi superiori e universitari. La sua formazione è più libera di quanto non si possa pensare nonostante il Fascismo: studia i classici greci e vede i film di René Clair, si appassiona con Roberto Longhi all’estetica e alle arti figurative ma anche al calcio. Legge Freud ma anche Ungaretti, Montale, Quasimodo.
Il suo primo incontro con la poesia è in dialetto friulano: Poesie a Casarsa (1942), poco dopo si laurea con una tesi su Giovanni Pascoli.
La guerra passa veloce: viene arruolato solo dopo l’Armistizio ma diserta quasi subito. Ritiratosi con la madre a Versuta, i due aprono una scuola in casa per i ragazzi della zona. Il Friuli diviene luogo di grande ispirazione per la poesia e gli scritti di Pasolini per il resto degli anni Quaranta, fino al trasferimento a Roma nel 1950. Così come prezioso risulta il rapporto con la madre Susanna, con cui furono legatissimi - come testimoniano diversi reportage degli anni Sessanta nello studio dello scrittore.
Roma e gli anni Cinquanta consacrano PPP come intellettuale esuberante e anti-conformista. Impegnato sia nel campo del cinema che della scrittura (si mantiene con l’insegnamento) l’autore ottiene il primo successo di pubblico con Ragazzi di vita (Garzanti, 1955), che gli vale anche i primi scandali con l’esclusione dai principali premi letterari e un’indagine per contenuti pornografici. A tal punto dette scandalo che il successivo romanzo per Garzanti, Una vita violenta (1959), fu oggetto di un lungo lavoro di autocensura.
Gli anni Sessanta sono invece segnati dall’amicizia con Elsa Morante e Alberto Moravia. Memorabile nel 1961 il viaggio in India: Pasolini e Moravia vengono incaricati rispettivamente da Il Giorno e dal Corriera della Sera di approfondire la situazione sociale del paese dopo la dichiarazione di indipendenza e l’insediamento di Nehru.
Gli anni Sessanta sono fondamentali anche per il Cinema, che vede Pasolini sceneggiatore e regista.
Inizia la scrittura di Accattone, che viene prima rifiutato da Federico Fellini e poi prodotto da Alfredo Bini (aiuto regista Bernardo Bertolucci). Il film non ottenne il visto della censura ma fu proiettato fuori concorso al Festival di Venezia del 1961, divenendo il primo film italiano con il divieto di visione da parte dei minori di 18 anni.
Gli scandali legati a Pasolini, in un’Italia del dopoguerra cattolicissima e moralista, si susseguono. Il mediometraggio La Ricotta per esempio esce il 1 marzo 1963 e viene ritirato il giorno stesso per "vilipendio alla religione di Stato". Dopo il processo, il film viene sequestrato.
I film di quegli anni sono ricchi di suggestioni e citazioni dal mondo dell’arte: La Ricotta con Pontormo e Rosso Fiorentino, Il Vangelo Secondo Matteo con Goya e El Greco, il surrealismo di Uccellacci e Uccellini.
Parallelamente Pasolini realizza Comizi d’amore, un film inchiesta sulla sessualità degli italiani. E’ il 1963.
Nel marzo 1968 viene pubblicato Teorema. Ma il 1968 è anche l’anno delle rivolte studentesche e di Valle Giulia, in occasione di cui Pasolini non coglie di catalizzare polemiche con la poesia Il P.C.I. ai giovani! e un famoso articolo su L’Espresso in cui va contro gli scontri stessi, accusando i ribelli di essere solo dei “figli di papà”.
Il 1970 si apre con la prima opera del suo Trittico “dedicato alla vita” con Il Decameron, cui seguirono I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte. Tutti grandi successo di pubblico.
Degli anni Settanta anche la produzione giornalistica, iniziata con articoli d’opinione su Tempo e poi trasferitasi sulle pagine del Corriere della Sera, Il Mondo, Paese Sera (1973-1975). Gli articoli sono stati poi raccolti nel volume Scritti Corsari e trattano di politica e costume: l’aborto, il divorzio, la Democrazia Cristiana, le stragi solo per citarne alcuni.
Pasolini muore a Ostia tra il 1 e 2 novembre del 1975. Del barbaro omicidio viene accusato Pino Pelosi, un ragazzo di strada. Dopo tre settimane esce Salò o le 120 giornate di Sodoma, il suo ultimo film come autore e regista.
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